Larrycette all’evento clou della nuova era

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29.12.2012
11.00 AM GMT+1
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C’erano tanti post con i quali avrei potuto iniziare il nuovo anno.
Potevo iniziare subito con una manche di Non si Capisce il Motivo, potevo restare in tema con il mio Capodanno pri Kristini (desinenza inventata, mi documenterò al momento opportuno) e pubblicare la fantomatica decima lezione di Sloveno, potevo lanciare una nuova saga o, ancora meglio, una nuova autrice…

Mi piaceva, però, sottolineare il sentimento di conclusione e nuovo inizio che si respira in questo periodo, e trovo che l’argomento più appropriato sia lo scoop del decennio:

dalla fine del 2012 Elisa e Quellolì non sono più fidanzati!!!

Quando avete finito di esultare e di riempirvi la testa di illusioni su Elisa, continuate a leggere cliccando di seguito

Elisa & Max sposi!

Mi addolora sfracellare i vostri sogni di gloria contro la granitica realtà, ma cerchiamo di essere uomini e di guardarla in faccia: si amano tantissimo, non c’era niente che nessuno avrebbe potuto fare per ostacolare la loro unione.
Capisco che pensare a Elisa che sposa un altro sia straziante, ma consolatevi: non è colpa vostra, contro Max nessuno aveva la benché minima possibilità.

Vi domanderete: ma Elisa – che già nel quotidiano è bella e affascinante – quanto era bella vestita da sposa?
Eh, era bella, sì, era bella.
Ed era raggiante di felicità, ma non aveva lo sguardo emozionato e tremulo di molte spose, bensì il suo solito cipiglio caparbio, di quella che ha perfettamente in mano la situazione e sapeva cosa voleva e come voleva che fosse fatto.

E Max (avrete notato che, ora che fa parte della famiglia anche legalmente, abbiamo sensibilmente ridotto le distanze e abbiamo smesso di chiamarlo Quellolì, ma resterà QL nelle tag)? Com’era Max?
Max era più carino del solito, anch’egli notevolmente snellito (Elisa, che non era mai stata grassa, è sparita, tanto è dimagrita), ma non potendo sfruttare i trucchi della cosmetica, non ha potuto in alcun modo camuffare il pallore dovuto all’emozione. Lo stesso sentimento di gioia e trepidazione, poi, gli ha infiammato le orecchie un paio di volte, per cui l’effetto non era dei più estetici, ma suscitava tanta tenerezza il guardarlo.

Per dovere di cronaca, passo rapidamente in rassegna le altre protagoniste:

 

Testimone dello sposo: Ale di Eli.

Gnocca come non mai, reduce da una seduta presso un parrucchiere di Udine estremamente fashion, si presenta in total look nero, sprezzante del fatto che, a me, il nero ai matrimoni fa venire l’orticaria. Me ne batto il culo che sia sdoganato: non si mette e non mi piace. Data la giovane età, si può permettere di sdrammatizzare la mise con accessori di impatto, annullando l’effetto “disapprovo l’unione e mi vesto a lutto“.
Promossa nonostante tutto.

Testimone della sposa: La Svedese.

Non si tratta di una lanterna senza numero cagata all’inizio del percorso, ma fuori dal gazebo della partenza, bensì dell’esuberante e riccioluta (invidia) migliore amica della sposa, che vive nel paese dell’Ikea e che ha attirato gli sguardi con un abito vinaccia che valorizzava la sua bellezza mediterranea.

Mamma della sposa: Rosi.

La mamma della sposa è quella figura che, a sulla distanza, quando l’attenzione per gli sposi è scemata, tutti notano per l’eleganza e la raffinatezza. È, tipicamente, la meglio-vestita-dopo-la-sposa. Rosi non ha fatto eccezione, anche se molte invitate le hanno dato filo da torcere e si sono piazzate alle sue spalle solo di misura.

Damigella d’onore: la Giornalista Sportiva.

Solo una delle innumerevoli figure di merda della vostra Larry, che a questo matrimonio ha riconosciuto sì e no la sposa e il proprio marito, la Giornalista Sportiva mi ricompare davanti dopo otto anni dall’ultima volta che l’ho vista con un’inedita (per me) chioma castana, che le dona grande personalità, e un abito verde-pino aderente fino ai fianchi, perché lei è magra e se lo può permettere.

Ci stende tutte quante la Bea, la cugina decenne di Elisa, che si presenta con un abito scamiciato dello stesso tessuto dell’abito della sposa, abbinato a scarpe, calze, cerchietto e cappottino bianco, che solo il fatto che mi fosse visibilmente piccolo mi ha impedito di sottrarle.

L’accessorio più glamour, però, non era indossato da nessuna delle succitate, bensì dallo zio della sposa, che l’ha accompagnata all’altare: scarpe stringate bicolore, modello “proibizionismo”, che ho seriamente pensato di barattare con le mie, eventualmente all’insaputa del proprietario. Ho anche provato a farlo ballare per vedere se se le toglieva, ma non c’è cascato.

Io, per non rompere una lunga tradizione, come mia consuetudine ai matrimoni, mi presento vestita da baldracca.

In chiesa e nei suoi pressi non mi sbottono neppure di un’asola il mio famoso cappotto vintage amaranto, quello del mio battesimo, che mi piace molto perché è fatto a campana e là sotto ci può stare Angelina Jolie tanto quanto il Tenerone che il cappotto casca allo stesso modo (però, poi, se c’è il Tenerone si capisce dalle calze a righe).
Grazie a questa accortezza, non vengo scomunicata neanche quando attraverso la navata della chiesa della Santissima dei Naufragati per andare a leggere le preghiere dei fedeli, che ha scritto Elisa e che poco ci manca che non mi facciano erompere in lacrime. Un rapido scambio di sguardi con la sposa e il suo cipiglio mi ricorda che niente deve andare storto e torno padrona di me.

Durante l’aperitivo in piedi nel giardino antistante il locale, continuo a non togliermi il cappotto, nonostante i numerosi bicchieri di spumante che i camerieri continuano a mettermi in mano (e che io, per non dar loro un dispiacere, non lascio avanzare), facendomi avvertire un certo tepore.

Al momento di entrare e sedere a tavola, però, il caminetto e i termosifoni hanno la meglio, e proprio devo spogliarmi.

Come volevo essere:

Com’ero:

 

 

Ma perché vi parlo del matrimonio di Elisa & Max?
E che attinenza ha con il nuovo anno?
Perché con la fine del 2012 si è concluso anche il periodo di fidanzamento dei nostri amici e con il nuovo anno inizia la loro vita da sposati, ma soprattutto perché per tutta la vita ricorderò il 29 dicembre 2012 come il giorno che ho trascorso quasi interamente a mangiare, ragion per cui, il nuovo anno inizierà – sgomento! – parlando di cibo, e sarà una recensione.

Intanto AUGURI, miei Piccoli Lettori!

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  1. Pingback: Ristorante “Da Nando”, Mortegliano (UD) – Pranzo di nozze di Elisa & Max | LARRYCETTE

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